L’informatica sanitaria non è una strada lastricata di facili successi: chiunque se ne occupi lo sa.
Leggendo gli impietosi resoconti che ci giungono da oltre oceano a proposito della riforma da 30 miliardi di dollari voluta dalla Amministrazione Obama, ci si rende conto che le difficoltà in cui si dibattono i colleghi americani, sono le stesse di tutti.
In un recente articolo intitolato “High noon for federal health records program?” si afferma che:
- fin dal 2011 i medici e gli ospedali statunitensi hanno dovuto dimostrare di utilizzare sistemi informatizzati per prescrivere, per prenotare esami e per lo scarico dei dati sanitari in rete; fin da allora, chi voleva beneficiare dei finanziamenti ha dovuto dare prova di gestire informaticamente dati come la pressione sanguigna o lo stato di fumatore del paziente;
- quando il programma di finanziamenti prese l’avvio solo il 12 percento dei medici possedeva un sistema informatizzato di gestione dei dati clinici, ora il 60% dei medici ne dispone e la quasi totalità degli ospedali; nessuno dichiara di volere tornare indietro, ma non tutto funziona;
- i medici che hanno in cura pazienti che aderiscono al programma Medicare possono attendersi finanziamenti federali che possono arrivare a $43,720, ma possono essere assoggettati a penalizzazioni nei pagamenti che possono arrivare al 5%, se non rispondono a tutti i requisiti del programma in termini di informatizzazione;
- nel primo anno in cui sono state applicate le penali, 250.000 medici hanno avuto penalizzazioni dell’1% nei pagamenti di Medicare;
- ultimo, ma non meno importante aspetto, si dichiara che i medici hanno impiegato un’ora di lavoro al giorno in più ad inserire dati e quindi hanno visitato meno pazienti con potenziali conseguenti potenziali minori ricavi.
Leggendo questa impietosa analisi, mi è venuto spontaneo pensare che molte delle considerazioni che vengano fatte a proposito della situazione americana, ben potrebbero applicarsi alla nostra realtà.
Potrebbero, forse, essere comuni anche gli antidoti da utilizzare contro il male della cattiva informatizzazione:
- lavorare in maniera incessante sulla usabilità degli applicativi sanitari e fare in modo che l’informatizzazione sia di ausilio al PDTA – Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale -piuttosto che una fonte di inefficienza e faccia solo perdere tempo nella digitazione dei dati;
- lavorare sulla integrazione degli applicativi sanitari per fare in modo che non si debbano inserire più volte le stesse informazioni in contesti diversi;
- integrare i sistemi informativi dei medici di medicina generale con quelli degli specialisti e delle strutture ospedaliere;
- riportare il paziente al centro del processo di cura, valorizzando attraverso l’informatizzazione il ruolo dei diversi attori del processo sanitario – che non sono solo i medici -, facendo in modo che l’aggiornamento delle informazioni sia uniformemente distribuito su tutte le figure coinvolte.
Il 2015 sarà un grande anno, un anno cruciale, ne sono certo: sarà l’anno della svolta.
Buon 2015 a tutti i protagonisti dell’informatica sanitaria e BUON LAVORO.
PG.
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