
Consiglio Comunità Europea
Nella riunione del primo di dicembre 2014, i ministri della salute hanno discusso di misure normative, ancora in bozza, che dovrebbero favorire l’innovazione e la sicurezza dei dispositivi medici che vengono commercializzati nella comunità europea.
La relazione presentata dalla presidenza italiana ha sottolineato la necessità:
- di un sistema univoco di identificazione dei dispositivi in grado di favorire il richiamo in caso di guasto e il contrasto alla contraffazione;
- dei cosiddetti notified bodies, ovverosia laboratori e autorità in grado di verificare che i dispositivi siano aderenti agli standard vigenti;
- di definire il ruolo del gruppo di coordinamento sui dispositivi medici che dovrà essere coinvolto nella verifica dei dispositivi ad alto rischio prima della messa in commercio;
- di migliorare la sorveglianza dei dispositivi post commercializzazione.
Questa discussione continuerà durante la presidenza lettone a partire dal prossimo gennaio.
I ministri hanno poi chiesto agli stati membri:
- di promuovere la formazione e l’addestramento degli staff sanitari sui temi della sicurezza del paziente;
- di sviluppare sistemi di reportistica non colpevolizzanti – blame-free – ad uso del personale medico e dei pazienti e sulla gestione degli errori;
- di rafforzare i programmi di contrasto delle infezioni;
- di incoraggiare i pazienti e i loro famigliari ad avere voce in capitolo circa i trattamenti a cui i pazienti sono sottoposti;
- di velocizzare le procedure di verifica ed approvazione dei nuovi farmaci.
Si è anche discusso di come gli investimenti in questo ambito possano favorire il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europe 2020 – strategia incentrata su lavoro, riduzione della povertà, educazione, innovazione, clima ed energia -, anche se non è stata sostenuta l’idea di creare un nuovo obiettivo del programma specificamente dedicata alla salute.
I ministri hanno, poi, dibattuto di come aumentare gli investimenti in sistemi informativi sanitari e come intraprendere azioni a livello comunitario che diminuiscano le differenze di risultato dei diversi sistemi sanitari nazionali.
Il consiglio quindi, oltre a voler promuovere significative innovazioni nell’ambito dei dispositivi medici, ha voluto sottolineare l’importanza di adeguati investimenti sui sistemi informativi sanitari. Che quest’ultimo aspetto sia cruciale, in Italia in particolare, lo conferma l’annuale ricerca dell’Osservatorio ICT in Sanità, che afferma che la spesa complessiva allocata per la digitalizzazione della sanità italiana nel 2013 si è ulteriormente ridotta, meno 5%, rispetto ai già preoccupanti livelli del 2012, limitandosi a 1,17 miliardi di euro (1,1% della spesa sanitaria pubblica, corrispondente a 19,72€ per abitante). In particolare le strutture sanitarie hanno ridotto la spesa per la digitalizzazione dell’11% rispetto al 2012.
Forse occorre cominciare a far seguire i fatti ai proclami: non sarà infatti possibile la rivoluzione digitale che tutti ci aspettiamo dall’eHealth se continueremo a ad investire così poco in questo settore.
PG.

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